Si presenta Anna, figlia di Giuseppe, un signore novantenne che alterna momenti di lucidità a momenti di forte disorientamento.
Anna si dice molto preoccupata, in quanto l’anziano rifiuta di alimentarsi in modo coerente con le proprie necessità: mangia in modo sregolato, insano e insufficiente. Giuseppe inoltre non accetta il ricovero in Ospedale che gli è stato prescritto dal medico di famiglia; anche di fronte al personale del c 118 oppone una forte resistenza.
Anna chiede cosa può fare in quanto vede il padre lasciarsi andare, invocando “di voler morire in casa”.
La situazione è nota anche agli operatori del Distretto Sanitario che sono dovuti intervenire più volte.
Gli operatori del 118 hanno anche proposto ad Anna di ricorrere al T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Prima di avviare tale procedura però, su consiglio dell’Assistente Sociale, Anna si rivolge al nostro sportello al fine di chiedere se la figura dell’A.d.S. può essere uno strumento utile al fine di migliorare la situazione.
Accade spesso che il potenziale beneficiario voglia decidere della propria vita in “dissenso” rispetto alla volontà dei familiari, i quali vorrebbero aiutarlo a curarsi e a proseguire con una vita migliore.
Nella particolare ipotesi di Anna e Giuseppe, la nomina di un amministratore di sostegno non è lo strumento più idoneo, non potendo questi costringere il beneficiario ad accettare le cure o sostituirsi a lui nella prestazione del consenso, se il beneficiario è ancora in grado di dissentire.
I servizi sanitari e sociali, invece, possono e debbono attivarsi al fine di monitorare con continuità le condizioni di salute dell’anziano e avviare un’assistenza a domicilio in modo da assicurare la somministrazione di pasti quotidiani.
Va oltre tutto sottolineato che anche Giuseppe, nei suoi momenti di lucidità, è favorevole al riguardo.
Solo nei casi di estrema gravità e di malattia mentale si potrà invece ricorrere al trattamento sanitario obbligatorio, disposto con provvedimento del Sindaco nella sua qualità di autorità sanitaria, su proposta motivata di un medico e con l’autorizzazione del GT (L. 180/78)