Raffaele, a.d.s. appena nominato, viene allo sportello per confrontarsi riguardo al rendiconto da presentare entro tre mesi dalla nomina. Il beneficiario è un fratello disabile mentale dalla nascita il quale è assistito dalla sorella Piera, che da una vita si occupa di lui e amministra le sue risorse assieme alle proprie per provvedere alle spese comuni. Piera si è avuta a male (ed ha pianto) quando Raffaele le ha detto che d’ora in poi dovrà salvare bollette e scontrini perché si dovrà rendicontare tutto.
Come fare?
E’ giusto che ora la sorella subisca un controllo su tutte le spese che sostiene per se stessa e per il fratello?
Non vi pare ingiusto che nel caso di convivenza del beneficiario con una persona di famiglia si debbano fare i conti in tasca anche al familiare?
Si consiglia a Raffaele di esporre nel primo rendiconto le entrate e le spese familiari e di chiedere al G.T. di essere esonerato dal riferire in modo analitico le spese ordinarie (utenze, condominio, farmacia, mantenimento, ecc.) fino ad un certo ammontare, corrispondente al generale importo delle predette, e a rendicontare solo quando ci sono spese straordinarie, come, in altri casi, il G.T. ha autorizzato.