IL PICCOLO 5 MAGGIO 2020
TRIESTE. Ieri parlavamo di due binari mondo esteriore che si riappropria dei suoi spazi e mondo interiore che, seppur con un pizzico di sofferenza, sentiamo nuovamente in noi. Insomma riaprendo dai tre mondi di Escher.
Ci sono molte interpretazioni. C’è un pesce sott’acqua come i nostri desideri e rappresenta tutto quello che sta in superficie, ci sfugge, è un po’ irraggiungibile, lo percepiamo come esistente e vero ma è immerso in un piano diverso dal nostro. Ci sono le foglie sull’acqua e rappresentano quello che del mondo cade degradato finisce sulla superficie dell’acqua; c’è il mondo esteriore, reale, però è solo riflesso perché il mondo vero non lo percepiamo se non come riflessione data dai nostri sensi o dal filtro del linguaggio.
Pochi hanno visto un tricheco o un elefante, ma sappiamo bene cosa siano. Ebbene la superficie, ossia la nostra capacità di percepire il mondo, deve essere pulita per permetterci di conoscere al meglio la realtà: se la superficie fosse sporca o inquinata non vedremmo né quello che sta sott’acqua né il mondo riflesso sopra. E presto la superficie dell’acqua di Ponterosso sarà nuovamente invasa da sporcizia e rifiuti come prima. Ricominceremo a non riflettere sul mondo reale che ci circonda e non vedremo neanche quello che accade dentro di noi, immersi come saremo nel turbinio assordante del logorio della vita moderna. Non riconosceremo più i desideri che stanno sotto il livello della nostra coscienza e ciò che resta della realtà lo potremo vedere nelle teche di un acquario vivificato, per ricordarci com’era una volta il mondo virtuale. –
Alessio Pellegrini