Mario presenta il caso di una coppia di anziani: racconta di aver ricevuto, non molto tempo addietro, una documentata designazione, innanzi al notaio, da parte di una coppia di amici anziani; più precisamente il marito, conscio che la moglie, se fosse diventata vedova, non sarebbe stata in grado di gestire i propri beni e gli “impicci” del quotidiano, lo aveva designato quale futuro Amministratore di Sostegno.
Mai nomina fu più provvida; l’anziano poco dopo passò a miglior vita.
Ora Mario spiega che i nipoti della suddetta coppia, in ottimi rapporti, si apprestano alle pratiche di successione, cui sono parte interessata, in quanto gli zii non hanno figli.
Nel contempo Mario si prepara a esibire la documentazione per la nomina di A.d.S a favore della vedova che, come anticipato, sembra non essere in grado di districarsi in cose di certa complessità (es. proprio la successione del marito e la gestione del patrimonio caduto in eredità).
Il caso non presenta difficoltà. La vedova stessa potrebbe sottoscrivere il ricorso per la nomina di Mario come suo amministratore di sostegno, allegando l’atto di designazione fatto dal marito presso il notaio.
Superiamo il dubbio che il marito potesse legittimamente fare un atto di designazione dell’ads per la moglie, previsto, dalla legge, solo per il genitore nei confronti del figlio e dall’interessato per se medesimo in caso di futura incapacità (vd art. 408 c.c.).
Mario avrebbe sicuramente tutte le qualità necessarie per la gestione dei beni. Ma, nella realtà, la vedova non presenta affatto particolari problemi di salute e sembra del tutto capace di chiedere autonomamente un aiuto nella gestione delle sue cose, appoggiandosi di volta in volta a un consulente o a un professionista da lei direttamente delegato.
La designazione di una persona di fiducia da nominare a.d.s., fatta allora perché si riteneva che la signora non sarebbe stata in grado di gestirsi in proprio, non è vincolante e il Giudice Tutelare potrebbe considerare che il marito avesse “sottovalutato” la moglie, mentre costei, oggi, si rivela ancora pienamente capace di badare a se stessa e può quindi direttamente nominare un proprio procuratore, risparmiandosi l’amministrazione di sostegno e lasciando Mario “in panchina” per tempi peggiori.