Si presentano allo sportello due coniugi più che ottantenni, senza figli, entrambi in precarie condizioni di salute e Lui con evidenti sintomi di disorientamento. Vorrebbero “affidarsi” ad un Amministratore di Sostegno specie ora che sono in procinto di ospitare nella loro casa
una badante che appare un po’ “invadente”.
Chiedono se è necessario che siano attivate due distinte procedure di nomina (una per lei e una per lui), magari chiedendo che il Giudice Tutelare proceda alla nomina dello stesso Amministratore di Sostegno, oppure possa essere presentata un’unica istanza da parte della moglie che chiede la nomina di un unico e medesimo Amministratore di Sostegno per sé e per il marito, provvedendo poi il Giudice Tutelare a differenziare in decreto le attribuzione dell’Amministratore di Sostegno in relazione alle specifiche situazioni di bisogno dell’uno e dell’altra.
Ogni persona deve avere il proprio fascicolo e il proprio
procedimento, sia perché ciascuno ha la propria storia sia per il
carattere personale che caratterizza ogni provvedimento di volontaria giurisdizione.
È possibile (e anche auspicabile) che il Giudice Tutelare nomini, seppur con due distinti decreti, lo stesso Amministratore di Sostegno che potrà seguire i due coniugi.
La moglie può presentare due istanze, una per sè e una per il marito, facendo presente, in ciascun ricorso, che è la medesima ricorrente e chiedendo espressamente la nomina di un unico Amministratore di Sostegno, per sè e per il marito, magari indicando una persona di loro conoscenza o collaudata fiducia.
Può chiedere infine che i due fascicoli procedano in modo parallelo, con un iter comune, e che i Beneficiari siano seguiti dallo stesso Giudice Tutelare, il quale potrà fissare una comune udienza per ottimizzare tempo e informazioni.