Residente a Pocapaglia (CN), attualmente in pensione, dopo l’abilitazione magistrale e il diploma di assistente sociale, ha conseguito la Laurea in servizio sociale;
ha lavorato come Assistente Sociale nei Vari Servizi Psichiatrici piemontesi, tra cui l’ Ospedale Psichiatrico di Racconigi (Cuneo); in particolare, presso il Servizio socioassistenziale territoriale, è stata prima assistente sociale di base poi responsabile area territoriale e vicedirettore; Formatore di Infermieri professionali, ADEST, OSS, educatori
Consulente familiare, Mediatore famigliare sistemico, Conduttore gruppi AMA e, attualmente, Presidente associazione di volontariato “La Cordata: gruppo di amministratori di sostegno, tutori e curatori “ e della Consulta Comunale delle Famiglie di Bra.
QUI IL VIDEO DELL’INTERVENTO – (disponibile dal 15.4.2014)
ASSOCIAZIONE “LA CORDATA gruppo di amministratori di sostegno, tutori e curatori”: un’esperienza dal territorio
Introduzione
Mi presento brevemente: ho svolto la professione di assistente sociale per quasi 40 anni, lavorando un po’ in provincia di Torino, poi in prov. di Cuneo, dove abito, fino al pensionamento avvenuto 6 anni fa. Il primo approccio è stato in psichiatria, inizialmente ad Ivrea (TO) dove era stato aperto fin dal 1969 un reparto psichiatria nell’ospedale civile, poi il manicomio provinciale di Cuneo, che si trova a Racconigi: questo è stato per me come affacciarmi all’inferno… un manicomio vecchia maniera, conservatore, dove le assistenti sociali tra cui la sottoscritta, hanno fatto un lavoro enorme di collegamento tra il dentro e il fuori, con le famiglie, hanno preparato e gestito tante dimissioni, direi “liberazioni”. E’ stato lì il mio primo approccio con l’argomento tutela. Mi piace ricordare brevissimamente una donna, Carla: nata nel 26, ricoverata in manicomio nel 34, all’età di 8 anni, solamente perché affetta da gozzo da ipertiroidismo, abbandonata dalla famiglia. Le era stata nominata tutrice una infermiera, ma quando ci siamo conosciute, lei mi ha scelta ed ha tanto insistito perché fossi io la sua tutrice. La nomina è stata fatta nel 1984. Carla è stata dimessa dal manicomio nel 1996 dopo 62 anni di internamento, è venuta in una struttura a Bra, la città dove io lavoravo, ed ha assaporato un altro modo di vivere per soli 4 anni. E’ volata in paradiso nel 2000, ma io ce l’ho sempre nel cuore perché mi ha voluto bene ed ha saputo farsi voler bene. I decenni di internamento duro in manicomio l’avevano segnata nel fisico e nella psiche, ma non avevano spento la sua voglia di vivere, la sua capacità di gioire di tante piccole cose. Carla mi ha fatto scoprire le tante implicazioni relazionali dell’essere tutore e mi ha dato un “imprinting” per il mio futuro approccio alla tematica della tutela e delle misure di protezione più in generale.
Non posso dilungarmi su questa storia, che meriterebbe di essere conosciuta nella sua ricchezza umana – nonostante tutto – passo a presentare l’associazione di cui sono presidente: “La Cordata. Gruppo di amministratori di sostegno, tutori e curatori”
Un po’ di storia.
La nostra associazione di volontariato si è regolarmente costituita nel novembre 2009 a Bra (cittadina di circa 30.000 abitanti in prov. di Cuneo, a quasi 40 Km. da Torino, con un territorio di riferimento di 11 comuni per un totale di circa 60.000 abitanti). Già da prima eravamo un gruppo di persone che si incontravano regolarmente da quando era stata istituita l’amministrazione di sostegno e si cominciava ad usare questo nuovo istituto. L’iniziativa di questi momenti di confronto era nata dalla collaborazione di alcune persone, già impegnate in attività di volontariato, con il servizio sociale dell’ex Consorzio intercomunale socioassistenziale INTESA di Bra (CN). Infatti il servizio sociale aveva dovuto procedere, come prescrive la legge, a segnalare dei cittadini in difficoltà che avevano bisogno di amministrazione di sostegno, ma che non avevano parenti o persone di loro fiducia che potessero ricoprire questo incarico. Per questo erano state coinvolte persone di buona volontà che avevano accettato di aderire alla proposta. A quei tempi 2005/2006 era un po’ una sfida, perché l’amministrazione di sostegno era una novità nel nostro ordinamento e molti erano convinti che si sarebbe continuato ad usare solo i vecchi istituti della curatela e della tutela, ormai solidi e collaudati, mentre era difficile immaginare come ci si sarebbe mossi in merito a questo nuovo istituto. Era infatti tutto nuovo e quindi bisognava imparare, confrontarsi, formarsi. E’ stato così che si è avviato il nostro percorso. Allora io ero dentro il servizio e ricoprivo già l’incarico di tutore e di curatore come volontaria; avevo capito ed ero appassionata dello spirito nuovo portato dalla legge 6. Ricordo le prime domande: “Cosa vuol dire, come si fa a fare l’amministratore di sostegno?” e la voglia di ricercare insieme – operatori e volontari – le risposte a queste domande. I primi tempi il nostro è stato un gruppo di confronto e di studio, oltre che di sostegno reciproco.
Perché costituirci in associazione?
Dal gruppo informale iniziato nel 2006, è maturata la decisione di formare un’associazione: per non sentirci soli, per entrare meglio dentro il sistema, fare convenzioni, accordi… e anche per essere a tutti gli effetti “soggetti” del territorio, e ancora per dare valore a ciò che stiamo facendo….
Chi siamo?
Attualmente siamo 24 persone interessate alla tematica relativa alla protezione delle persone fragili attraverso gli istituti giuridici dell’amministrazione di sostegno, tutela e curatela. Stiamo seguendo 28 persone, per lo più beneficiarie di amministrazione di sostegno, ma alcune anche in tutela e in curatela. L’incarico comporta una accettazione ed una responsabilità personale, non dell’associazione. L’associazione è importante per formarsi, confrontarsi, condividere e sostenersi a vicenda, ma la responsabilità dell’incarico è personale. Un elemento che tutti abbiamo in comune – affermato in modo chiaro nel nostro Statuto – è la convinzione che questo impegno non sia una esperienza semplicemente privata, ma un’espressione di cittadinanza attiva, di solidarietà e di responsabilità verso la comunità di appartenenza. Infatti noi siamo convinti che l’amministrazione di sostegno sia un modo di aiutare una persona in difficoltà, un modo sancito da una norma giuridica, che assicura alla persona dei benefici – infatti viene chiamato beneficiario – gli offre una maggiore dignità ed una migliore qualità della vita, e questo ha una ricaduta positiva non solo per l’interessato, anche nel contesto dove la persona vive.
Cosa facciamo?
Attività rivolte ai soci: ci incontriamo periodicamente, ma siamo sempre collegati tra di noi, per aiutarci, mettere a disposizione degli altri le nostre esperienze e le nostre competenze, per aggiornarci e prepararci sempre meglio. Il tutto avviene con un rigoroso rispetto della privacy, che è base essenziale per un rapporto di fiducia e di dignità.
Attività verso la comunità: incontriamo, su loro richiesta, famiglie di persone disabili o anziane che non sanno come fare rispetto ad un proprio congiunto che avrebbe bisogno di una misura di protezione. Cerchiamo di dare le informazioni necessarie in base alle nostre esperienze e, se del caso, un aiuto nello svolgere le varie incombenze, che non richiedono un intervento specifico di un legale. Per svolgere questa attività in modo regolare e ordinato, dal mese di maggio abbiamo iniziato un’apertura settimanale della nostra sede.
Interventi formativi: per iniziativa della nostra associazione, insieme al servizio sociale e all’ASL, nella nostra zona sono già stati fatti negli ultimi anni, due convegni pubblici (nel 2007 e nel 2010) proprio sull’amministrazione di sostegno e quattro corsi di formazione rivolti ai soci, ma anche alle famiglie e ai cittadini interessati: nel 2007, 2011, 2012 e 2013. Ai diversi corsi abbiamo sempre avuto il prezioso contributo degli operatori dei diversi servizi e del Giudice Tutelare del nostro Tribunale di competenza (Alba), ora chiuso e accorpato ad Asti. Tutti i corsi hanno visto la stesura di dispense, distribuite gratuitamente ai soci e alle persone interessate.
Come ci collochiamo sul territorio?
Ci riteniamo un punto importante della rete, che deve avvolgere i cittadini più fragili per sostenerli, garantire i loro diritti ed i loro interessi; non siamo e non vogliamo essere da soli: collaboriamo attivamente con il servizio sociale dell’ASL CN2, con le famiglie, i vari servizi sanitari, le associazioni del territorio, le amministrazioni comunali, i medici di base e con gli uffici del Giudice Tutelare. Abbiamo in corso una convenzione con il servizio sociale, una con il movimento consumatori, una con l’ASCOM che ci fornisce a prezzo concordato, il servizio di gestione dei rapporti di lavoro domestico (badanti, ecc.).
Quale bilancio della nostra attività?
Possiamo dire senza ombra di smentita, che le persone di cui ci occupiamo hanno dei benefici, dei vantaggi; vivono meglio, hanno la sicurezza di avere accanto qualcuno che le tutela, le protegge, è loro vicino, capisce i loro problemi, le ascolta: questo può avvenire proprio grazie allo spirito di solidarietà che spinge i volontari nel loro impegno. E’ un impegno vissuto nella quotidianità, dove non conta se è lunedì, o giovedì, o domenica, impegno non sbandierato ai quattro venti, ma svolto da persone motivate e responsabili. Certo, non facciamo i miracoli, tante situazioni sono molto difficili e sono accompagnate da grandi sofferenze che nessuno di noi è in grado di cancellare, però noi ci siamo, siamo lì accanto, per condividere, per sostenere…. E questo per noi è la cosa più importante!
Bra, 25.2.2014
A nome dei volontari dell’Associazione “La cordata”
La presidente Luigina Bima