IL PICCOLO 24 APRILE 2020
TRIESTE. Vorrei parlarvi di cosa fosse virale prima della pandemia. Apparire a tutti i costi in 6,5 pollici. Pensare che tutto fosse attorno a te e che, se allungavi la mano, realizzavi ogni tuo desiderio. Credere di essere al centro dell’universo e di dominare il mondo. Immaginare che bastasse leggere due righe per sentirci onniscienti … no scusate questo non è ancora cambiato. Pensare che il tuo lavoro fosse il più importante e invece non è così visto che, se il rider della app di turno non corresse in bici, forse non mangeremmo. Le commesse, i netturbini, i postini e via avanti sono più importanti di noi per questa società. Influencer, attori e cantanti erano miti e non avevano mai considerato quanto potesse essere eroico lavorare in ospedale, in ambulanza o con una divisa. Guardare la gente morire in guerra o in mezzo al mare e indignarsi solo se un bravo fotografo faceva una bella foto ad effetto, o se forzavi le impostazioni di Fb e ti decidevi a vedere il video nella cruda realtà. Leggere il bollettino dei morti sulla strada il lunedì mattina, vedere le devastazioni dell’ambiente e girare pagina bevendoci beatamente il caffè. Forse proprio non volevamo vedere il vero reale che ci circonda e ci dicevamo: son ben altre le cose importanti. Questo coronavirus è pericoloso, ma può essere virale e ben più dannoso un atteggiamento che ci infetta nella nuda quotidianità. Forse dovremmo pensare un vaccino anche per questo tipo di virus perché anche questo uccide, noi ed il prossimo: il Covid-19 prima o poi se ne andrà e non vorrei che noi riprendessimo le malattie di sempre.-
Alessio Pellegrini