IL PICCOLO 19 APRILE 2020
TRIESTE. Dicebamus hesternae diae. Sempre sul vuoto e sulla mancanza. L’uomo ha elaborato rituali per elaborare le mancanze, i lutti. I cambiamenti repentini come per esempio i pensionamenti sono fra i periodi di stress, in cui uno deve riposizionarsi l’intera sua vita e gestire un sacco di vuoto. Fin qui parliamo di persone adulte. Parliamo di adolescenti, quel periodo di vita che per un maschio normale va dai 5 ai 45 anni: lo dico scherzando naturalmente, dai 5 ai 7 possiamo parlare ancora di bambini. Gli adolescenti hanno molti problemi con questa questione del vuoto, della mancanza. Non per niente molti problemi di dipendenza nascono proprio in quel periodo. Un vuoto che alle volte diventa ricerca spasmodica di qualcosa che lo possa riempire. Una sostanza o qualcosa di presunto tale.
Ultimamente si diventa dipendenti da oggetti che non sono vere e proprie sostanze, internet per esempio e videogiochi. Le dipendenze sono tantissime e non posso addentrarmi nello specifico. Sembra paradossale invece che fino a pochi mesi fa un ragazzo che stava troppe ore davanti al computer era un ragazzo problematico, un ragazzo che voleva alienarsi dalla realtà, adesso invece pare diventare una risorsa. La nostra società ha un problema con gli oggetti, gli oggetti da consumo, gli oggetti che tamponano le mancanze. Altro significato del tampone noto oggi per altri aspetti. Fare il tampone vs fare da tampone. eppure il computer non è la risposta al problema del vuoto. To be contined.-
Alessio Pellegrini