IL PICCOLO 17 MAGGIO 2020
TRIESTE. Caro fratello, cugino, nipote, girovago instancabile ricercatore di un nuovo mondo, il quarto messaggio in bottiglia che io e Jaques Delgado lasciamo nel mare magnum dell’esistenza umana a segnar il passo del post virus, dopo esser partiti dal respiro ed essere arrivati alla solidarietà, attiene al materialismo.
La clausura ci ha messo davanti a molti fatti, uno di questi è il rapporto che avevamo precedentemente con gli oggetti. Una delle domande a cui molti giunsero era a che cosa servissero tutte quelle cose di cui si poteva fare a meno. Oggetti atti a soddisfare esigenze e necessità spesso costruite illusorie ed immaginarie. Materialismo come quella cosa che blocca il significato degli oggetti alla loro mera superficie. Anche noi ci stavamo trasformando in oggetti buoni per essere fotografati ed esposti nelle bacheche di quel museo dal mondo di certi social.
L’intero spettro della materialità ne è stato intaccato. e durante la nostra permanenza in casa abbia dovuto rivolgere l’attenzione all’interno per cercare quella profondità che pensavamo di aver perso, che alcuni speravano di aver perso perché profondità vuol dire sofferenza…conoscere sé stessi non una passeggiata, fermarti sulla superficie di un sorriso quella sì è una passeggiata.
il desiderio si muove sotto il piano materiale e porta con sé una carica di forza ma anche di sofferenza. Il mondo osservato dunque dovrebbe aver assunto una profondità e di quella dobbiamo farcene carico.-
Alessio Pellegrini