La scorsa settimana- ci scrive un AdS – una mia Beneficiaria a seguito di una caduta, si è rotta un femore. Recatomi in reparto, il chirurgo e l’anestesista predispongono i moduli per richiedere il consenso informato;
vado dal Giudice per chiedere l’autorizzazione a prestare il consenso e il Giudice Tutelare emette subito un decreto con cui chiede a me di integrare il ricorso indicando se l’intervento in questione (di riduzione della frattura del femore) “già definito urgente” sia o meno “indifferibile e quali siano i rischi in relazione all’età e alle condizioni della Beneficiaria;
il GT scrive nel provvedimento (allegato) che se si tratta di un intervento che i Medici stessi giudicano “urgente e indifferibile” sono tenuti a farlo immediatamente senza attendere il consenso del paziente o del suo legale rappresentante o l’autorizzazione del GT;
portato in visione il provvedimento ai Sanitari, essi decidono di intervenire immediatamente senza bisogno di alcun’altra integrazione né della mia firma.
Il caso dimostra, ancora una vota, che le valutazioni sulla urgenza e indifferibilità dell’intervento spettano ai Medici e che la riduzione di una frattura va fatta entro pochi giorni – ben prima di qualsiasi, pur sollecito, provvedimento giudiziario – se non si vogliono pregiudicare le condizioni del paziente, come già indicano alcuni (opportuni) Protocolli tra Tribunali e Aziende Sanitarie