Luisa,una donna di circa 70 anni, ha sempre aiutato un’amica di 85 anni, ricoverata in residenza protetta, incapace di camminare, ma lucida di mente.
Per le sue piccole necessità, l’amica le firmava un assegno (anche di € 2000) che Luisa depositava sul suo conto dal quale poi prelevava l’importo. Ora avviene che questo si verifica sempre più spesso, e lei non sa se i soldi precedenti sono ancora in suo possesso (l’amica è piuttosto generosa); questa responsabilità comincia a pesare a Luisa e il meccanismo dell’assegno è macchinoso se ripetuto spesso.
Visto che l’amica si fida di Luisa e non ha altri parenti ad esclusione di una nipote in Slovenia che non parla italiano, abbiamo suggerito la possibilità di avere una delega sul c.c. (portando l’anziana amica in Banca con autovettura attrezzata per carrozzelle, già adoperata) sì da poter prelevare piccole somme alla volta, mantenendo la provvista nel conto corrente dell’interessata; abbiamo suggerito altresì l’opportunità di informare sia la nipote che conosce la situazione, sia la banca stessa, lasciando aperta la possibilità di valutare in futuro l’opportunità di avviare un procedimento di amministrazione di sostegno che vedesse l’amica stessa, unico referente personale dell’anziana (che essendo sorda e non facile da trattare vedrebbe male qualunque persona estranea), disponibile a essere nominata amministratore di sostegno, ruolo che di fatto sembra già svolgere sotto il profilo strettamente “contabile”.