IL PICCOLO 31 MARZO 2020
TRIESTE. Sfondo una porta aperta. Breve corso di come comunicare ai nostri figli o alle persone fragili le informazioni sul Covid-19. La sfondo perché da una ricerca su internet emerge sempre più questa necessità. Esistono molti vademecum online. Questione fondamentale è che siamo noi i primi a dover avere e idee chiare.
Quindi prima di tutto informarsi bene da siti attendibili e riconosciuti. Due: non avere paura di parlarne. Essere aperti al dialogo, rispondere alle domande secondo le loro capacità di ascolto e ricezione. Non dobbiamo averne paura neanche noi. Tre: spiegare bene come proteggersi nelle varie situazioni, senza però aumentare eccessivamente le aure e le ansie, né le loro né le nostre. Quattro: offrire la possibilità di distinguere la realtà fattuale e oggettiva da fantasie e costruzioni dovute a paure o false notizie sentite dire da altri. Cinque: spiegare che è normale sentire il bisogno di ricevere aiuto e rassicurazioni, che le persone si aiutano le une con le altre. Sei: insegnare che bisogna prendersi cura di sé, creare nuove abitudini, rendere la vita famigliare più divertente, e trovare sempre nuovi spunti ed interessi quotidiani. Le trovate sul sito dell’Unicef. Aggiungo due considerazioni. Uno: sono esattamente le stesse cose che ogni buon adulto dovrebbe fare con sé steso, e non parlo del suo bambino interiore, ma proprio con sé stesso: fate questo lavoro prima su di voi. Anche sul fatto di non avere paura di chiedere aiuto ci torneremo. Due: alle volte prenderci cura degli altri è un buon modo per prenderci cura di noi stessi. Siamo tutti un po’ più indifesi, un po’ più bambini.-
Alessio Pellegrini