Giulia 93 anni, invalida, è stata ricoverata in una struttura per un periodo in cui non era in grado di badare a se stessa. Passato il momento difficile, si è resa conto che l’assistenza nella struttura è ottimale e ancor oggi ne è ospite. Ha goduto l‘aiuto di Carla, ex collega ed amica, che continua a starle vicino, non disdegnando di accompagnarla in banca, per quanto necessario, usando l’insostituibile carrozzina per disabili. Carla non ha deleghe sul conto. Questo supporto si estrinseca anche con il maneggio di somme di danaro per cifre di un certo peso.
Si innesca in Carla la preoccupazione dei giudizi postumi di parenti, oggi lontani e disinteressati, ma forse in futuro attentissimi ad eventuali disponibilità di denaro sul conto in banca, di cui chiederle ragione. Per lo Sportello il problema non è nuovo e molti sono i casi simili che ci vengono presentati.
Se Giulia è presente a sè stessa, ed in grado di gestire i propri impegni, lo Sportello suggerisce di interessare i Servizi per una pur saltuaria visita di controllo affinchè Giulia si senta seguita e non abbandonata. In seconda istanza si suggerisce a Carla di farsi rilasciare una lettera in cui, nel ringraziare l’amica per il gratuito aiuto, Giulia affermi che ogni movimento di denaro è opera propria e lei, Carla, ne è solo la mera esecutrice. Un tanto dovrebbe tacitare i parenti… lontani